Fare growth hacking implica necessariamente seguire un approccio analitico. Tralasciando per il momento dati e numeri asettici, fondamentali per carità, vorrei parlarvi di un tipo di analisi qualitativa che aiuta a capire quali elementi attirano maggiormente l’attenzione dell’utente: mi riferisco all’analisi delle heatmap.
⭕️ Ma cosa sono esattamente le Heatmap?
Per Heatmap (o “Mappa di Calore”) si intende una rappresentazione visiva del comportamento degli utenti su un sito. In sostanza, questo strumento serve ad analizzare gli elementi di una pagina che catturano di più l’attenzione.
Fondamentale, non trovi?
⭕️ Come è fatta una Heatmap
Come anticipato, le mappe di calore non restituiscono numeri ma, al contrario, un’analisi qualitativa che evidenzia quali siano i punti “più caldi” della pagina web. Colori caldi (rosso, arancione, giallo) segnalano una maggiore attività, quelli più freddi (verde, azzurro, blu) indicano invece un’attività minore.
Le Heatmap sono a tutti gli effetti strumenti di ottimizzazione della pagina: capendo dove si focalizza lo sguardo e ancor di più l’interazione (e allo stesso tempo capire cosa invece non va) puoi apportare le giuste modifiche agli elementi della pagina, che sia un link, un contenuto o anche solo un’icona.
⭕️ È tempo di tools
Come puoi immaginare, gli spunti di riflessione possono essere davvero notevoli. Fortunatamente esistono numerosi tools con cui poter analizzare le mappe di calore.
Il migliore in assoluto (a pagamento) è Hotjar /
Se invece vuoi optare per una soluzione totalmente gratuita consiglio fortemente Yandex Metrica. Io ho iniziato da poco ad utilizzarlo e non riesco più a separarmene.
❓ Mi piacerebbe sapere le vostre esperienze con le heatmap. Ne avevi già sentito parlare?