Conoscere i processi mnestici può portare a un marketing più efficiente
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L’obiettivo più importante in una strategia di marketing è la memorabilità.

Ogni giorno veniamo bombardati da decine e decine di campagne, immagini, strategie, pubblicità col solo scopo ultimo di essere ricordate almeno fino al momento dell’acquisto.

Ma quante, effettivamente, ci riescono?

Purtroppo ben poche, ma ci sono alcune regole preziose da tenere a mente che possono essere determinanti per raggiungere questo scopo!

La costanza

L'unica regola assoluta nella promozione del proprio prodotto è la costanza. Ricorda, nella comunicazione più della perfezione di ogni azione, conta la quantità.

Immagina di avere un'offerta di 30k di euro in advertising sui social ma di poterli usare tutti entro massimo 5 o 6 giorni. Ecco, in quel lasso di tempo probabilmente se avrai targettizzato bene, avrai bombardato le bacheche di tutti i tuoi probabili clienti, ma ti stupirà sapere che sarà servito a poco.

Perché? Mi spiego.

Quante volte ti sei imbattuto in una pubblicità ben fatta e convincente, ma di un prodotto/servizio che non ti serviva in QUEL momento, o che hai dimenticato poco dopo, distratto da altro? La costanza significa invece fissarsi nei pensieri e nell'immaginario. Significa costruire una presenza, una relazione. Significa avere la certezza di star costruendo un pubblico anche virtuale, che vi segue, in cui entrate nella vita e nei pensieri.

Quanti amici non vedete da un po'? Sono loro il vostro primo pensiero o quelli che sentite ogni giorno?

La memoria e come immagazzina il nostro cervello

La costruzione dei nostri ricordi è un processo abbastanza complicato perché riguarda una moltitudine di dati sensoriali diversi, come la vista, l'udito, il tatto, le emozioni, i profumi e perfino i pensieri che avevamo contestualmente a quell’avvenimento. Questi input sensoriali ed emozionali vengono combinati insieme per definire il ricordo, dal lobo temporale mediale, che contiene amigdala e ippocampo. Infatti, quando viviamo un’esperienza emotiva, l’amigdala, il centro emotivo che risiede accanto all’ippocampo e lo regola, gli permette di costruire un ricordo più forte e duraturo.

Il coinvolgimento di Amigdala e Ippocampo nella fissazione dei ricordi

Il cervello usa la memoria per costruire il futuro

La memoria svolge nel cervello un ruolo centrale nella costruzione delle proiezioni future e dell’immaginazione e nel marketing questo processo può essere utilizzato per fare leva su un motore importante, la spinta ad immaginarsi come utilizzatore della nostra proposta di valore. Questa immagine che è uno screenshot preso dalla serie di mini-documentari Netflix : “La mente svelata” [che ti consiglio sinceramente di vedere], mostra come che durante sia nel ricordo che nell’immaginazione, si attivano le stesse aeree.

Screenshot da 'La mente svelata'

Le emozioni

Ma come memorizza il cervello? Numerosi studi hanno rivelato che il cervello conserva le informazioni privilegiando 3 fattori fondamentali: lo spazio, le emozioni e le storie. Esistono 2 tipi di memoria: Implicita, che ci permette di trattenere le informazioni di cose che diventano azioni automatiche, come andare in bici o nuotare; Esplicita, che riguarda ricordi coscienti e si divide in:

  • semantica: fatti storici, date, numeri, parole
  • episodica, che riguarda le nostre esperienze personali.

Quest’ultima è quella che come marketer ci interessa maggiormente. Ma come otteniamo i ricordi che compongono la nostra memoria episodica?

Abbiamo visto che una strategia di marketing, per essere ricordata, ed essere memorabile, deve necessariamente contenere qualcosa in grado di stimolare emozioni, e colpire dunque la parte più emotiva di noi, ma altri fattori giocano un ruolo importante.

Lo spazio

È stato analizzato che ci sono cellule all’interno dell’ippocampo sensibili a spazio e tempo, per cui collegare i messaggi ai luoghi, aiuta in qualche modo a fissare il messaggio. È lo stesso criterio che i professionisti della memoria applicano con la tecnica del “Palazzo Mentale” in cui scelgono un luogo familiare e immaginano di percorrerlo incontrando sul percorso il messaggio che vogliamo fissare nella mente. È importante dunque inserire i messaggi che vogliamo veicolare in strutture che familiari, in ambiti o spazi riconosciuti dal nostro target.

Le storie

Il nostro cervello passa tutta la sua esistenza ad imparare, e lo facciamo tramite le immagini, i luoghi e le emozioni. Ma per tenere insieme questi elementi molto spesso la nostra mente tende a riempiere i vuoti, a colmare le parti per ricreare una narrazione logica, e lo facciamo attraverso ricordi e conoscenze.

Questo ci porta a concludere che costruire il messaggio all'interno di una narrazione è il metodo più efficace per restare nella memoria.

Storytelling

Tutto questo cappello porta come conclusione, semplicemente allo storytelling, che altro non è se non la capacità di costruire una narrazione evocativa intorno ad un messaggio che abbiamo l’obiettivo di veicolare, e un brand.

Un buon lavoro di storytelling non si compone solo della descrizione di varie fasi ordinate temporalmente a comporre un racconto ma bensì della capacità di suscitare stati emotivi ed emozionare circa la vicenda presentata e collocandola, ove possibile, in scenari e ambientazioni che possono essere riconosciute da più persone.

Quello che emerge è che la comunicazione, ancora una volta non può essere considerata come un vettore di un messaggio da un protagonista attivo e un destinatario passivo, ma bensì uno strumento di relazione, di scambio, in cui il dare e avere è coordinato dalle emozioni e dall’empatia per raggiungere l’obiettivo human to human

Approfondisci: Cosa c’entrano le tribù con il marketing? L’approccio Human to Human

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