No, non parlerò dell’X-Factor, ma bensì del K-Factor. Un argomento decisamente più interessante...
Digital Marketing

- di Noemi Taccarelli
Una delle strategie più efficaci per aumentare i profitti di un business, è investire sulle relazioni. Le relazioni sono il costrutto alla base degli scambi e della vendita, perché ogni volta che avviene un passaggio di beni o di servizi, mettiamo in gioco la nostra identità e la nostra fiducia.
Alla base di una relazione, c’è sempre la fiducia
Come non mi stancherò mai di ripetere, il marketing ha come scopo principale la creazione di relazioni a lungo termine. Questo perché nel momento in cui avviene uno scambio, di denaro, di beni o di simboli, completiamo in parte la nostra identità abbinando al nostro sistema di credenze i valori del brand scelto. Quando un meccanismo così delicato come l'acquisto avviene, è chiaro che uno dei parametri più importanti dev’essere sicuramente la fiducia. La fiducia è qualcosa di estremamente delicato quanto potente nel creare una relazione e richiede tempo e impegno. Perdere la fiducia di qualcuno, come ti capiterà anche nei rapporti personali, è estremamente semplice per cui va profuso tempo e impegno costante. Questo tempo però ripaga abbondantemente sul piano delle relazioni, perché è il motore che muove un utente verso il brand in quanto dà la percezione che l’azienda dedichi attenzione ai bisogni della sua audience e si preoccupi di risolverne i problemi. Durante una transazione, ad esempio, un customer care disponibile fa la differenza fra la conversione o meno dell’utente. Per costruire una relazione di fiducia è determinante mantenere sempre la parola data: qualora ci sia una promessa di uno sconto limitata esclusivamente ad un periodo, è necessario che non venga riproposta uguale, almeno non nel breve periodo.
Il potere del dono nella vendita
Altra strategia, è dedicare un momento alla fase dopo l’acquisto, magari con un piccolo dono o l’offerta di un ulteriore vantaggio: anche in quel caso si è creata una relazione, e anche molto potente, perché lascia una sensazione estremamente positiva legata alla vendita, ma anche perché attraverso il dono si genera sempre reciprocità. Le fasi del dono di cui parla anche Marcel Mauss del suo libro “Saggio sul dono” sono sempre tre:
- dare il dono
- ricevere il dono ovvero accettare quello che c'è stato donato
- contraccambiare
e ciò avviene anche nella vendita.
Per stimolare la reciprocità è bene che il venditore preveda sempre un dono, sia di valore che di contenuti che di offerta, per sviluppare la relazione col suo utente. È interessante che per molto tempo le PR hanno vissuto in maniera sempre abbastanza distaccata dai meccanismi di marketing di un'azienda perché venivano concepite come qualcosa di limitato all'aumento dell'awareness e dell'equity di un'azienda. Le PR sono indispensabili nella creazione di relazioni con eventuali partner o con stakeholder dell'ecosistema relativo. Quello che oggi io mi sento di dire che le PR non possono vivere separatamente dal marketing ma devono essere inglobate in esso attraverso delle strategie in grado di raggiungere anche il pubblico.
L’analisi dell’esperienza Lookiero
In questo articolo ho deciso di parlare di un caso che ho potuto sperimentare di recente e che mi ha colpito particolarmente: ho provato il servizio Lookiero che promette di consegnare a casa cinque capi di vestiario selezionati specificatamente per te da un personal shopper. Ho voluto provare questo servizio perché mi incuriosiva il sistema. Il servizio offre la consulenza di una personal shopper che in base a una serie di informazioni che le vengono trasmesse riesce a identificare le necessità dell’utente sia fisiche, che di gusto, che di costo e su ciò sviluppa una proposta di abbinamenti che arrivano in una scatola unica direttamente a casa. Dopo averli provati si può scegliere cosa tenere e cosa non. La cosa che mi ha colpito più di più di questo servizio e che mi ha spinto a parlarne in un video in cui parlo di rapporti, è che una delle cose più complicate, anche se sono l'obiettivo a cui mirare con qualsiasi strategia di marketing, sono le relazioni.
Per creare una relazione il primo investimento dev’essere il tempo
Tuttavia una buona relazione richiede tempo. Bisogna coltivare il rapporto in varie fasi:
- Nella prima fase del funnel, l’awareness, per avvalerci del principio di familiarità mostrando il proprio brand con costanza
- Nella fase della retention quindi del valore che si dà al prospect nell'ascoltare quali sono i bisogni e rispondere offrendo valore e consigli
- Nella Revenue, nel fare in modo che ogni esperienza di acquisto sia sempre positiva e aggiunga qualcosa in più rispetto alla concorrenza
- Nelle strategie di referral, dove consolidiamo il legame al punto di godere di una tale fiducia da essere consigliati a familiari ed amici
Oggi i trend di mercato vanno sempre più verso la personalizzazione. Le persone amano le cose su misura, amano leggere il proprio nome, e amano le aziende che si dedicano come se si fosse le persone più importanti del mondo. Ottenere queste cose in una strategia di marketing generalmente richiede mesi se non anni addirittura. Quello che mi ha colpito è che invece questo servizio riesce a generare una relazione al primo invio. Una volta risposto alle domande e scritto alla personal shopper mi arriva dopo un tempo sicuramente non paragonabile a quello di Amazon Prime ma comunque più che ragionevole, considerato il lavoro che c'è dietro. Quello che ricevo è un pacco accompagnato da un programma di referral con uno sconto di 10 euro sia per me sia per ciascuna delle persone che avrei invitato al servizio, i capi erano assolutamente rispondenti al mio gusto e mi hanno calzato in maniera impeccabile.
Far sentire speciali i tuoi utenti con servizi personalizzati
La cosa che mi ha colpito di più è la lettera personale, indirizzata a me, e con il mio nome, scritta direttamente dalla personal shopper affidatami da Lookiero. Ho trovato questa lettera un capolavoro di copywriting della relazione: la personal shopper ha dedicato del tempo esclusivamente a me, ripreso e commentato i feedback scritti nella lettera che gli avevo inviato, trovato affinità rispetto ai designer che io preferisco indossare. Quello che ho ricevuto è un servizio e un’esperienza assolutamente personalizzate. L'esperienza di unboxing è stata super appagante perché il pacco era curato, e l'imballaggio, e le stampe all'interno erano tutte personalizzate e di ottima qualità. La cosa che mi ha colpito è che nonostante non volessi tenere alcuni dei capi perché ne avevo già modelli quasi identici [a maggiore conferma di quanto ci abbia preso la personal shopper] l’azienda mi ha creato un bisogno di restituzione, di desiderio di ricambiare il tempo che mi era stato dedicato: quindi avevano generato già una relazione di reciprocità al primo acquisto! Questo mi ha colpito particolarmente perché oggi nulla è più potente della personalizzazione e del tempo che riusciamo a dedicare a un utente, e questa è la ragione per cui oggi la marketing automation gioca un ruolo centrale nelle strategie di vendita e soprattutto perché il copy resta sempre uno degli elementi più potenti per muovere un utente verso l'acquisto.
Conclusione
In conclusione, quello che voglio trasmettere in questo articolo e di cui parlo anche nel mio libro, è che le relazioni sono il motore più potente per la vendita e sono soprattutto quelle che danno ai migliori risultati in termini di sostenibilità economica per un brand. Sono sicura che con l'avanzare delle tecnologie e degli strumenti con cui possiamo generare delle esperienze personalizzate per gli utenti, il mercato si direzionerà sempre più in tal senso. Spero che questa chiacchierata sulle relazioni ti sia stata utile attuale, e tu l’abbia trovata interessante in ogni caso se ancora voglia di parlare con me di relazione o farmi domande o semplicemente hai voglia di raccontarmi qualcosa del suo business non ti resta che scrivermi, come al solito sono felice di risponderti!

Se invii email di marketing per ritrovarti nella casella della posta indesiderata dei tuoi destinatari, è molto probabile che la causa sia da imputare a un falso positivo di SpamAssassin. Vediamo insieme cosa si può fare per prevenire questa evenienza.

- di Noemi Taccarelli
Hai mai sentito parlare di netnografia? Si tratta di una disciplina nata nell’ambito dell’antropologia, ma che io trovo utilissima anche per chi si occupa di marketing, e in questo articolo voglio spiegarti proprio come puoi sfruttarla per migliorare le tue strategie.

- di Noemi Taccarelli
Hai mai provato a guardare il Funnel dei pirati da un altro punto vista? Se fino ad oggi i meccanismi che regolano l’acquisto e la vendita in un mercato globale ti sono sembrati ostici ed estremamente complessi, questo articolo fa al caso tuo. Voglio infatti metterti a disposizione le mie competenze di Marketing e Antropologia per dimostrarti come il Funnel dei pirati può diventare estremamente più semplice se lo si guarda dal punto di vista dell’uomo.

Nell'era dello spam, l'autenticazione delle email dovrebbe essere tra le principali preoccupazioni non solo per i professionisti del marketing, ma per chiunque mandi email da un dominio proprio. Oggi vediamo di cosa si tratta, e come mettere a punto l’autenticazione per i tuoi indirizzi.
Che cos'è esattamente l'autenticazione email?
L'autenticazione della posta elettronica è un processo di verifica del mittente dell'e-mail, che fornisce la garanzia che non sia stato manomesso. L’autenticazione protegge sia l'identità del mittente, che il destinatario dalla ricezione di e-mail dannose. Ad oggi sono molto frequenti i casi in cui uno spammer utilizza l'indirizzo e-mail di qualcun altro per inviare messaggi di spam o phishing. Fingendo di inviare e-mail dal tuo dominio - una pratica nota come spoofing - gli spammer possono indurre con l'inganno i tuoi clienti a fornire le loro password, informazioni sull'account e altre informazioni di identificazione personale per il proprio tornaconto.
Oltre alla brutta esperienza per i tuoi contatti, a volte anche disastrosa, avvenimenti del genere possono erodere la fiducia complessiva nel tuo marchio e nelle tue comunicazioni. Per la stragrande maggioranza dei destinatari può essere difficile riuscire a comprendere la differenza tra un mittente legittimo e uno che si finge qualcun altro. È qui che entra in gioco l'autenticazione della posta elettronica, che consente al destinatario di sapere quando il mittente di una mail è genuino.
Quali sono i vantaggi dell'autenticazione email?
Come abbiamo appena detto, l’autenticazione della posta elettronica aiuta a mitigare gli attacchi di phishing fornendo garanzie sul mittente. Pertanto, aumenta la fiducia nelle tue email e nel tuo brand. Come potrai immaginare, inoltre, l’autenticazione email è un parametro di fondamentale importanza per quanto riguarda l’email deliverability. La verifica del mittente è tra i primi valori calcolati da meccanismi di lotta allo spam come SpamAssassin, che vedremo nel dettaglio in un prossimo contenuto, e di conseguenza, se hai impostato un qualunque genere di email marketing, farai bene ad assicurarti quanto prima di avere una corretta autenticazione delle tue email.
Come verificare se ho l'autenticazione email?
Il modo più rapido per verificare che sia tutto ok sono probabilmente gli strumenti messi a disposizione da MxToolbox. Accedendo al sito basta andare al Supertool, che è lo strumento che raccoglie tutti i test sulla salute di server email e dominio, e andare a fare i seguenti test:
- SPF Record Lookup
- DKIM Lookup
- DMARC Lookup
Lo strumento ci restituirà la situazione dei record che ci interessano per l’autenticazione, e in caso di problemi, alcuni consigli per risolverli.
Come autenticare le tue email
Non stiamo parlando della più semplice delle operazioni, l’autenticazione delle email è una materia piuttosto complessa, e sarebbe meglio farla affrontare a chi ha una certa dimestichezza con l’argomento. Se sei tu quella figura, o ti senti comunque di voler affrontare questo argomento con le tue forze, ora andiamo al sodo. Ti invito però a prestare la massima attenzione: un errore di autenticazione può peggiorare la situazione, o addirittura compromettere la capacità di invio della posta elettronica.
I record DNS: cosa sono e perché ci interessano
Prima di parlare di Autenticazione dobbiamo parlare di Record DNS, poiché saranno lo strumento attraverso cui andremo ad autenticare il nostro dominio e le nostre email. Un record DNS è sostanzialmente una voce di database che collega un URL al suo indirizzo IP. DNS è un acronimo che sta per Domain Name System.
Per fare un esempio pratico, immagina il sistema dei DNS come il sistema di indirizzi fisici che usiamo per trovare gli edifici: tu sai che se devi raggiungere il Colosseo dovrai andare in Piazza del Colosseo 1 a Roma, perché qualcuno ha mappato per te il territorio con degli indirizzi facilmente riconoscibili il sistema di coordinate, che altrimenti ti costringerebbe a ricordare che l’Anfiteatro Flavio si trova alle coordinate latitudine 43.6625241, longitudine 10.4825567.
Il funzionamento dei DNS è esattamente lo stesso. Il sistema dei DNS ci permette di scrivere https://google.com invece di 216.239.38.10. Comodo, no? Ma dove possiamo verificare e modificare i nostri Record DNS? Se il tuo hosting è dotato di CPanel, troverai il tasto DNS Zone Editor nella sezione Domini. Entrando, ti troverai davanti l’intera lista dei record DNS configurati per il tuo dominio.
1. Autenticazione dell’indirizzo IP con SPF
Il primo meccanismo di autenticazione che analizzeremo è SPF: Sender Policy Framework, il cui scopo è proteggere il tuo dominio dallo spoofing, definendo i server di posta che possono inviare email utilizzando quel determinato dominio. Il record SPF è un record di tipo TXT. Quindi la prima cosa da fare è assicurarci che non esista già, cercando tra i record TXT che non ce ne sia uno che inizi con v=spf1. Per creare o modificare il nostro record SPF dovremo creare un record TXT che abbia come nome il nostro nome dominio es nomesito.ext e un valore composto come segue. Quella che vediamo per lo scopo di questo articolo è la configurazione più semplice possibile, vi rimando alla guida Google nel link alla fine del paragrafo per configurazioni più complesse.v=spf1 include:servermail.ext ~all
Il primo valore v=spf1 dichiara che quello è un record SPF, il secondo valore, include:servermail.ext comunica un servermail che può mandare email con quel nome dominio. Nello stesso record possiamo avere diversi include, ad esempio un record scritto così:v=spf1 include:ilmioserver.ext include:amazonses.com ~all
ci permette di inviare email sia dal server mail ilmioserver.ext, sia con il servizio mail di Amazon Ses. Sarà il provider di servizi a cui ti rivolgi a fornirti l’indirizzo del server mail da aggiungere al tuo record. Infine troviamo il valore _all _che può essere preceduto da un trattino “-” o da una tilde “~”. Nel caso del trattino, stiamo comunicando ai server riceventi di bloccare tutte le mail in arrivo dal nostro dominio e non provenienti da uno dei server autorizzati. Nel caso della tilde invece, le mail non saranno bloccate ma etichettate come sospette. Per evitare problemi si tende ad usare ~all per i domini da cui inviamo mail.
Possiamo avere un solo spf per ogni dominio, ma quando parliamo di dominio parliamo sia di secondo che di terzo livello. Ad esempio possiamo avere un record SPF per nomesito.ext, uno per blog.nomesito.ext, uno per mail.nomesito.ext e così via.
La prassi migliore è quella di creare un SPF per ogni dominio, facendo attenzione a tutti gli include da aggiungere ai domini che utilizziamo effettivamente per inviare email, e utilizzando invece un record per il blocco totale delle mail per tutti i domini da cui siamo sicuri di non voler inviare alcuna email. Ad esempio, il dominio di terzo livello blog.nomesito.ext sicuramente avrà un record come questo: v=spf1 -all
Per approfondire: Definisci il tuo record SPF - Setup Avanzato [Google]
2. Autenticazione delle email con DKIM
DKIM sta per DomainKeys Identified Mail e anche in questo caso si tratta di un record TXT. Un record DKIM aggiunge una chiave crittografica per l’identificazione del mittente a tutte le email che inviamo. Il server del destinatario la confronterà con una firma pubblica pubblicata nel record DNS del mittente, per decodificare la firma e verificarne l’autenticità.
Per poter utilizzare una firma DKIM dovremo innanzitutto generarla. Molti email provider, come Amazon SES, permettono la generazione di chiave pubblica e privata attraverso un tool interno. In caso contrario possiamo usufruire di un servizio online come lo strumento dedicato di SparkPost.
Oltre a generare la coppia di chiavi, lo strumento genererà direttamente il record DNS che potremo aggiungere come nuovo record TXT. In alternativa, chi usa CPanel, può recarsi nella sezione Email Deliverability e utilizzare la chiavi DKIM consigliate.
3. Autenticazione delle email con DMARC
Il terzo sistema di autenticazione che guarderemo è DMARC [Domain-based Message Authentication, Reporting and Conformance] e si basa sui precedenti due. Quando un messaggio non supera uno dei controlli SPF o DKIM, il record DMARC indica al server del destinatario cosa fare con quella mail.
Nel caso di DMARC, il nome del record, sempre TXT, dovrà essere _dmarc, mentre il valore andrà costruito in questo modo: il primo tag sarà sempre v=DMARC1 il secondo tag sarà p= seguito dal comportamento da adottare, scegliendo tra none, quarantine, e reject, che rispettivamente significano non fare niente, metti in quarantena, e rifiuta, che non fa proprio arrivare la comunicazione alla casella del destinatario. Dopodiché ci saranno le opzioni di autenticazione. Data la complessità dell’argomento e il numero di opzioni possibili, ti rimando alla guida google sull’argomento: Definire il record DMARC.
E con questo abbiamo concluso, spero di essere riuscito a restituirti una panoramica quanto più semplice possibile su un argomento complesso come l’autenticazione email. Alla prossima!

Abbiamo detto più volte che per mantenere un’alta Email Deliverability, è necessario mantenere un’alta qualità della nostra mailing list. Ma che significa e, soprattutto, come si fa a fare email marketing senza finire in spam?

- di Noemi Taccarelli
In uno dei miei video precedenti ho avuto modo di raccontarti cosa fa un Growth Hacker, ricordi? Ma se esiste un’apposita figura in grado di far crescere la tua azienda, perché hai bisogno di rivolgerti a un’intera Growth Agency?
È la domanda a cui ho deciso di rispondere oggi.

Hai un prodotto fantastico, un servizio innovativo che sei sicuro che sfonderà il mercato, ma ti manca una audience a cui comunicarlo. Comprare una lista di email a cui mandare le tue DEM ti sembra l’idea giusta per far arrivare rapidamente il tuo messaggio a quante più persone possibile? Ripensaci.

Chiunque abbia a che fare con l’email marketing, presto o tardi si troverà ad avere a che fare con due concetti poco graditi: soft bounce e hard bounce, le due tipologie di rimbalzo che le email possono avere, che rientrano nei problemi di email delivery.

- di Noemi Taccarelli
Quando si parla di strategia Data Driven naturalmente si intendono strategie elaborate a valle di analisi dei dati. Tuttavia, i dati non sono sempre gli stessi.
Come ripeto spesso nei miei articoli, il marketing moderno mira principalmente ad un obiettivo: la creazione di relazioni long term con i clienti.