Micromanagement: cos’è e come evitarlo
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Quando un business non funziona, la reazione più comune tra gli imprenditori è modificare la propria strategia di marketing. Una scelta indubbiamente saggia, dato che il marketing è un driver fondamentale per la crescita di un’azienda, ma ogni imprenditore dovrebbe tenere bene a mente che da solo non basta. Soprattutto se l’ottimo lavoro di marketing viene rovinato da una pessima gestione del team aziendale.

In questo articolo ti spiegherò cos’è il micromanagement e perché, se l’hai inconsapevolmente adottato, dovresti subito rivedere il tuo metodo.

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Cos’è il micromanagement?


Secondo Wikipedia possiamo definire il micromanagement come “lo stile manageriale dove i manager osservano da vicino e/o controllano il lavoro del proprio subordinato o impiegato”.

Si tratta quindi di una forma di controllo che non lascia spazio all’autonomia di ogni professionista e che, volendo entrare nel pratico, si manifesta in comportamenti come:

  • la costante pressione sulle singole task:
  • la richiesta di continui report;
  • la pretesa che il lavoro venga svolto solo nel modo che ha immaginato il manager;
  • il controllo ossessivo su dettagli inutili;
  • l'imposizione del proprio metodo.

Tendi anche tu a comportarti così coi tuoi dipendenti?
Non c’è da vergognarsi. Un tempo si riteneva che questo fosse il solo modo per ottenere risultati e molte aziende nate nei decenni scorsi hanno conservato questo tipo di impostazione.

C’è però una cosa di cui devi prendere coscienza: il micromanagement non funziona. Se anche hai la sensazione che ti stia portando buoni risultati, in realtà potresti ottenere molto di più se lo abbandonassi.

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Perché il micromanagement è dannoso?


Quando dico che il micromanagement non funziona non ti sto condividendo solo una mia opinione. In realtà è dimostrato che ha un impatto negativo su diversi aspetti dell’azienda che vanno poi a incidere anche sul profitto.


  1. I dipendenti che lavorano sotto livelli di pressione così alti, sviluppano inevitabilmente ansia e stress da lavoro. Non di rado finiscono per lasciare l’azienda, tant’è che le realtà in cui si applica il micromanagement fanno fatica a trattenere talenti nel loro organico.

  2. Quando si pone un’attenzione tanto maniacale ai dettagli e alle singole task, è facile perdere di vista l’insieme. Spesso i manager che adottano il micromanagement non si rendono conto delle dinamiche interne alla loro squadra e perdono di vista anche i macro-obiettivi aziendali.

  3. In un’azienda in cui vige un clima di continuo controllo è difficile che i dipendenti siano a loro agio. Chi lavora con la sensazione di essere soffocato e osservato commette più errori di chi si sente completamente a suo agio.

  4. Il micromanagement inibisce anche l’evoluzione dei dipendenti [e di conseguenza quella dell’azienda]. Se questi non hanno la libertà di esprimersi, di avanzare proposte, fare tentativi, il team non potrà mai trovare soluzioni creative e innovative per migliorare il business.

Ora che ti è chiaro perché questo approccio non funziona, è il momento di eliminarlo. Se ti concentri solo sul marketing ma non sulla struttura della tua azienda, non potrai mai ottenere i risultati che desideri.

Ti faccio un esempio: se vuoi rimetterti in forma, puoi forse sperare di riuscirci eliminando solo i carboidrati? È chiaro che sarebbe un lavoro a metà se non partissi dall’eliminare certe cattive abitudini che condizionano il tuo stile di vita, no?

Nel marketing è lo stesso. 


OKR management: un’alternativa


Un ottimo marketing deve agire all’interno di una struttura  aziendale che lavori per obiettivi, in cui ogni singola risorsa del team abbia chiaro il suo ruolo e conosca i micro e i macro obiettivi del business. Questo tipo di struttura si realizza adottando l’OKR management, in cui OKR è l’acronimo di Objective and Key Results.

Si tratta di un protocollo da mettere in atto immaginando un framework piramidale in cui, in cima, compare l’obiettivo principale da raggiungere. Subito sotto, i 3-5 risultati chiave necessari per raggiungere quell’obiettivo. Ciascun risultato chiave, diventerà un obiettivo di altri 3-5 risultati chiave. 

Se vuoi approfondire l’argomento, ti invito a leggere con attenzione questo articolo, in cui ho parlato di OKR in maniera più dettagliata: OKR: cosa sono e perché applicarli nel tuo business 

Quello che però vorrei fosse chiaro è che questo approccio permette di:

  • individuare i macro e micro obiettivi,
  • prioritizzare le task,
  • trovare e gestire le risorse giuste,
  • direzionare il team verso l’obiettivo,
  • misurare ogni azione

È un  metodo decisamente più efficace del micromanagement, ma capisco che per chi è da sempre abituato a lavorare in un certo modo, modificare le proprie abitudini possa essere complicato. È per questo che _blank offre un servizio dedicato proprio alle aziende che vogliono imparare a lavorare per obiettivi.

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