Analysis Paralysis: ecco perché ottimo è nemico del bene
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Ti è mai capitato di aspettare così a lungo il “momento gusto” che alla fine non hai più realizzato il progetto che ti eri prefissato? Se sì, il tuo è un caso di Analysis Paralysis (o Paralysis by Analysis).

In questo articolo ti spiegherò nel dettaglio di che si tratta e perché non dovresti lasciarti “paralizzare” da un’insana mania di perfezionismo.


In più ti racconterò i vantaggi di adottare un approccio Lean come facciamo in _blank. 

A proposito, se stai cercando un’agenzia di marketing a cui affidare la tua strategia e il modello di lavoro di cui ti parlerò dovesse convincerti, ricorda che puoi prenotare una call gratuita compilando il modulo nella nostra homepage.


Sei un massimizzatore o un soddisfattore?


Per spiegare il concetto di analysis paralysis occorre prima di tutto fare una distinzione tra due diversi tipi di personalità: il massimizzatore - perfezionista che vuole sempre il meglio  - e il soddisfattore, che è invece in grado di “accontentarsi”. 


In che modo la tua tendenza verso l’uno o l’altro estremo condiziona il tuo lavoro?


Ecco, se sei un massimizzatore impiegherai molto tempo a perfezionare il tuo progetto prima di lanciarlo, troverai difficile prendere una decisione perché ti interrogherai continuamente sulla possibilità che esistano opzioni migliori, e anche una volta effettuata una scelta, potresti essere portato a rimuginare continuamente nel dubbio che non sia quella giusta.

Se sei un soddisfattore, invece, avrai più facilità nel prendere decisioni e riuscirai ad accontentarti dei risultati ottenuti senza ambire necessariamente alla perfezione. Una volta fatta una scelta, difficilmente sentirai il bisogno di ritornarci su.


Da questi identikit dovresti aver intuito che le persone più inclini alla paralisi da analisi sono i massimizzatori, poiché il loro continuo valutare la situazione può indurli a procrastinare all’infinito riducendoli a una invalidante incapacità di agire.


Una strada intermedia: l’approccio lean


Un tempo si credeva che i massimizzatori, nonostante fossero molto più lenti e più stressati nella fase decisionale, a lungo andare ottenessero i risultati migliori e conquistassero un livello di soddisfazione personale più alto.


Questo può essere vero rispetto a un soddisfattore che risponda perfettamente alla descrizione che ho fatto nel paragrafo precedente: una persona che prende decisioni velocemente, che si accontenta dei risultati e, soprattutto, che non torna su quanto è già stato fatto.


Esiste in realtà una strada intermedia ed è quella che io ho scelto di adottare anche a _blank, la mia growth agency.


Si tratta dell’approccio lean, un metodo di lavoro basato sul risparmio delle risorse. Provo a spiegarti in parole semplici: se hai un’idea puoi scegliere di non investire tutto il tuo tempo, le tue energie e il tuo denaro per renderla perfetta, ma limitarti a lanciarla nella versione più semplice ed economica possibile. Allo stesso tempo, però, non devi accontentarti di quel risultato, ma valutare strada facendo i problemi del tuo progetto e correggere il tiro migliorandolo un po’ alla volta.


È quello che si fa ad esempio quando si crea la versione “beta” di un’app, una sorta di demo che serve per raccogliere feedback e capire se ha senso continuare a lavorare a quel prodotto e come renderlo più appetibile possibile per il mercato.


L’approccio lean distingue _blank da molte delle agenzie di marketing in circolazione perché noi non chiediamo agli imprenditori di investire cifre esorbitanti per realizzare strategie a lungo termine che poi, si sa, potrebbero anche fallire. Noi preferiamo procedere per piccoli passi, in modo che l’imprenditore investa solo in idee di cui abbiamo già testato l’efficacia.


Se pensi che questo metodo faccia al caso tuo, compila il modulo nella nostra homepage. In pochi click potrai prenotare una call gratuita e senza impegno con la nostra marketing manager.


L’analysis paralysis dalla parte del consumatore


Devi sapere che la paralisi da analisi non riguarda solo chi progetta, bensì è una situazione in cui possono trovarsi anche i consumatori. E chi fa marketing ha il dovere di tenerlo a mente per evitarlo.


Mi spiego.


Immagina di essere in un centro commerciale e di dover scegliere tra due maglioni. È chiaro che ti prenderai il tuo tempo per valutare quale dei due capi ti piace di più e risponde meglio alle caratteristiche che stavi cercando. Ma se i maglioni fossero dieci? O venti? Il punto è che più opzioni abbiamo, più la scelta diventa complicata, così tanto che, presi dall’indecisione, potremmo addirittura decidere di non acquistare nulla e darci alla fuga.


Il bias cognitivo è lo stesso che coinvolge l’imprenditore. Chi non compra è perché non vuole privarsi di nulla, non sa scegliere, cerca la perfezione e mette continuamente in dubbio il prodotto.


Ho pensato fosse il caso di parlarti anche di questa faccia della analysis paralysis perché sapere tutto questo può aiutarti ad esempio a progettare meglio il tuo ecommerce, evitando menu con troppe voci e pagine con diverse call to action tra cui scegliere.


Conclusioni 


Più di una volta in passato mi è capitato di avere idee che mi sembravano molto buone ma di non lanciarle perché volevo perfezionarle. Poi, puff, qualcuno aveva un’idea molto simile alla mia, magari anche un po’ meno buona, ma la lanciava subito e otteneva grandi risultati battendomi sul tempo.


Con gli anni ho capito che l’ottimo è nemico del bene, nel senso che aspettare la perfezione spesso significa solo impantanarsi in un circolo vizioso di indecisione e procrastinazione. Molto meglio tentare, puntare a fare semplicemente bene nel limite delle proprie possibilità e anche a rischio di sbagliare. Del resto proprio gli errori permettono di capire su cosa lavorare per perfezionarsi. 


Se sei d’accordo con me e ti piacerebbe iniziare a lavorare in ottica lean, prenota una call gratuita con _blank. Capiremo insieme come far crescere il tuo business.

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