Qualche tempo fa, in seguito ad un mio post pubblicato nel gruppo della nostra community, è emersa la questione della lunghezza dei contenuti che, specie per chi si occupa di blogging, rappresentano l’elemento cardine su cui concentrare giustamente l’attenzione.
Vorrei riprendere l’argomento e condividere il mio punto di vista.
Ma prima,
COSA SI INTENDE PER CONTENUTO LONG-FORM?
Con long-form si intendono quei contenuti testuali particolarmente lunghi (almeno 1500 - 2000 parole) che hanno come obiettivo quello di trattare un argomento in maniera esaustiva e dettagliata, più di quanto farebbe un post standard, soddisfacendo così il search intent dell’utente.
Per restare fedeli all’ambito blog, questi contenuti lunghi prendono il nome di pillar article o cornerstore content. Una buona strategia di blogging prevede questo tipo di contenuto centrale e “sempre verde” a cui collegare i micro-contenuti.
VANTAGGI SEO
Occupandomi di SEO, non posso non sottolineare i vantaggi dei long-form. È stato ampiamente dimostrato che i contenuti più lunghi sono quelli che meglio si posizionano nella pagina dei risultati del motore di ricerca.
Secondo un test di SerpIQ, i risultati posizionati al primo posto su un campione di 20mila keywords hanno una lunghezza media di quasi 2500 parole.
Inoltre, i long-form si prestano per natura ad azioni di link building, sia interna che esterna.
I vantaggi sono poi consistenti anche per quanto i riguarda i social: i post che ottengono più like e condivisioni sono proprio quelli che contano più di 1500 parole.
Per approfondimenti vi consiglio questo articolo 👇
https://searchengineland.com/seo-user-science-behind-long-form-content-230721
Dunque, i long-form sembrano essere apprezzati dai motori di ricerca e dagli utenti. Più tempo di permanenza, più segnali social e più link sono tutti elementi che non possono essere trascurati.
Io ne aggiungerei anche un altro che considero sempre quando eseguo un SEO Audit: mi riferisco al Text/Html Ratio. Il rapporto testo/codice, molto spesso sbilanciato a favore del secondo, è un parametro da tenere in dovuta considerazione pur non essendo un fattore diretto di ranking. Un rapporto troppo basso potrebbe far insospettire i web crawler esponendo le pagine a penalizzazioni.
Insomma, sembrerebbe che ci sia solo da guadagnare ma
NON SEMPRE QUANTITÀ SIGNIFICA ANCHE QUALITÀ
Come tutte le cose che funzionano, come nel caso dei long-form, il rischio concreto è quello di abusarne. Non sempre è necessario produrre long-form, specie se non è il tipo di contenuti che il tuo utente si aspetta di trovare.
In questi casi è inutile creare contenuti lunghi e ripetitivi, forse ci è riuscito solo Aranzulla, anche se ad onor del vero sembrerebbe che stia iniziando a perdere anche lui posizioni (magari poi ci scrivo un post 😉).
Potresti dare una giusta risposta anche con 300 parole. Essere prolissi solo per piacere ai motori di ricerca non porterà da nessuna parte.
Come sempre, quindi, la qualità è un qualcosa che non puoi permetterti mai di sacrificare. È solo quella che ripaga a lungo termine.
A questo punto mi piacerebbe sapere anche il vostro punto di vista. Da utenti, quale tipo di contenuto preferite? Da blogger e/o gestori di siti, su quale tipologia di contenuto riscontrate le migliori performance?